A distanza di due giorni dall’episodio di estorsione finito tragicamente per il vice brigadiere Mario Cerciello Rega, si precisa la dinamica dei fatti e la vicenda si arricchisce di dettagli dai risvolti inquietanti. Si viene per esempio a sapere che la prima ricostruzione dei fatti, che identificava in “due magrebini” gli autori del delitto era del tutto falsa, rilasciata da un testimone che intendeva depistare le indagini per paura di ritorsioni. Peccato che tale “rivelazione” abbia scatenato ancora una volta, e del tutto a sproposito, una valanga di pregiudizi e insulti razzisti sui canali social. Dopo la confessione di uno dei due giovani arrestati, pare invece fuor di dubbio che a compiere l’omicidio sono stati i due studenti statunitensi Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth. Quest’ultimo avrebbe materialmente inferto le coltellate mortali, mentre l’altro si sarebbe reso complice impedendo l’intervento del collega del militare ucciso.
I sospetti di maltrattamenti e le polemiche sui social.
Dopo l’aggressione, i due giovani erano rientrati precipitosamente nel loro hotel e si affrettavano a fare le valigie per una fuga tempestiva. Sono state le telecamere di sorveglianza e le testimonianze del personale a concentrare subito i sospetti su di loro. Nella camera sono stati ritrovati la refurtiva e il coltello usato per l’omicidio. Insomma, tutti dettagli contribuiscono alla stessa ricostruzione dei fatti, tanto da indurre gli inquirenti a confermare il fermo e i capi di accusa. A complicare una situazione già tesa, è spuntata una foto che inquadra il giovane sospettato di omicidio con le mani legate dietro la schiena e gli occhi bendati.
È stata pertanto avviata un’inchiesta da parte dei vertici dell’Arma dei Carabinieri, per individuare e punire i responsabili di quello che si profila come un “maltrattamento” ai danni del giovane: i responsabili rischiano la sospensione dal servizio. Stesso provvedimento potrebbe scattare nei confronti dell’insegnante di Novara che, a poche ore dalla tragedia, aveva postato su Facebook un commento a dir poco offensivo della memoria del giovane carabiniere: «Uno di meno, non ne sentiremo la mancanza». A nulla è valso il tentativo di correggere la propria opinione: la segnalazione da parte di alcuni parlamentari potrebbe indurre il Miur a sospendere la docente dal servizio.