A causare l’incendio, dopo aver gettato liquidi infiammabili sulle scale d’ingresso per impedire la fuga dei dipendenti, è stato un uomo di 41 anni, rimasto anch’egli ferito gravemente a braccia e gambe. L’uomo, reo confesso è stato arrestato e interrogato in ospedale, ma al momento non ha fornito alcuna spiegazione per il suo gesto. Del resto, il Giappone come molti altri Paesi, non è immune dal proliferare di attentati e altri atti efferati che non hanno altro movente al di fuori della follia di chi li compie.
Un tragico bilancio.
Dei 160 dipendenti che lavorano negli studi della società, fondata nel 1981 e rinomata come una delle migliori in attività nel campo degli anime (vale a dire il mondo dell’animazione) e dei manga (l’equivalente dei nostri fumetti), solo una settantina erano quelli presenti al momento della sciagura. L’edificio è quasi completamente distrutto, e nonostante la grande affluenza dei mezzi di soccorso (tra vigili del fuoco e operatori sanitari), ci sono volute molte ore per domare completamente le fiamme. Il bilancio, a quanto pare definitivo, è di 33 vittime.
Sogni in fumo.
Il marchio KyoAni è sinonimo di qualità nella resa dei dettagli, ed è ormai nota e apprezzata anche nei Paesi occidentali, sulla scia di un successo sempre più dilagante tra i giovanissimi per il divertimento Made in Japan. Giovanissimi erano anche molti dei disegnatori assunti presso la società e rimasti uccisi. Anche per questo motivo, è stato fortissimo l’impatto della tragedia sui social media, dove subito è stata lanciata una campagna di raccolta fondi per aiutare la KyoAni a rinascere. Migliaia i messaggi di disperazione e solidarietà postati dai giovani di tutto il mondo, che hanno visto i propri sogni andare letteralmente in fumo.