Dal 7 ottobre scorso la Palestina si trova in una situazione di guerra totale. Fatto scatenante è stato l’attacco a sorpresa scatenato in quella data – approfittando della concomitanza con una solennità ebraica – contro Israele dall’organizzazione militare palestinese (considerata terroristica da molti Paesi), Hamas. I terroristi che hanno sferrato l’aggressione si sono abbandonati ad atrocità contro i civili, inclusi donne, vecchi e bambini, e hanno catturato più di 240 ostaggi. Questo proditorio attacco ha provocato la durissima “vendetta” – questa è la parola usata dal premier israeliano Netanyahu – da parte dell’esercito di Tel Aviv, che ha instaurato un blocco umanitario completo sulla Striscia di Gaza e ha lanciato attacchi indiscriminati, provocando migliaia di vittime civili, fra cui almeno quattromila bambini.
Gaza, cimitero dei bambini!
Il Ministero della Sanità di Gaza valuta che più di undicimila palestinesi siano stati uccisi durante l’operazione israeliana anti-Hamas, mentre le perdite israeliane sono di circa 1.300 persone, sia civili che militari. Intanto, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Turk ha dichiarato ieri che la situazione della popolazione del Medio Oriente allo stato attuale è la più pericolosa da 56 anni di occupazione a questa parte, e che la situazione a Gaza è “un incubo vivente”. Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha lanciato l’appello a un cessate il fuoco umanitario, al rispetto diritto internazionale umanitario che vuol dire il rilascio incondizionato degli ostaggi a Gaza e aiuti ai civili a Gaza e ha denunciato: “Gaza sta diventando il cimitero dei bambini“.
Pause umanitarie di quattro ore!
Oggi, intanto, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sostenuto che non c’è alcuna possibilità di un cessate il fuoco a Gaza, a prescindere dall’annuncio di pause umanitarie di quattro ore nel territorio. Biden ha dichiarato di aver chiesto al suo omologo israeliano una pausa temporanea nelle operazioni militari a Gaza per più di tre giorni, ma senza esito. In ogni caso Israele ha accettato di avviare pause umanitarie di quattro ore in certe parti del nord di Gaza – dove ormai Hamas non ha più alcun controllo – per consentire la consegna di aiuti umanitari e l’attraversamento sicuro degli ostaggi dalla zona.