Negli ultimi sette giorni stiamo assistendo a un incremento dei casi di Covid-19, che in effetti ha ricominciato a incombere sul nostro Paese, facendo registrare una espansione delle infezioni del 28,1% a fronte di quelle della settimana antecedente: allo stato attuale si parla di 34.319 nuovi ammalati di coronavirus. Contestualmente, purtroppo, aumentano anche le morti, che nell’ultima settimana sono state ben 192 con una crescita del 17,8% nei confronti della precedente. in leggero aumento pure l’occupazione dei posti letto nei nosocomi, come anche l’indice Rt che tocca lo 0,93, pur rimanendo fin qui al di sotto della soglia epidemica che, come sappiamo, è 1.
Eris, la variante principale in Italia!
Ricordiamo che la variante di coronavirus al giorno d’oggi dominante in Italia, con circa la metà dei contagi, è la variante EG.5 – che è una sottovariante della Omicron – e che è stata denominata anche Eris, che è il nome della dea greca della discordia. I sintomi sono mutevoli, e variano dalla modalità con pochi o punti segnali a una forma più intensa con febbre alta, e c’è anche chi torna a perdere l’olfatto e il gusto, il che non avveniva con le varianti precedenti. Oltre a ciò in certi casi possono risultare coinvolte le vie respiratorie. È forse per questo che il professor Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive allʼospedale San Martino di Genova, ha detto in un’intervista che Eris “riporta indietro le lancette al 2021/22“.
I professori Bassetti e Andreoni spiegano la cura!
E ancora, continua a spiegare Bassetti, “si può avere una febbre alta, per due o tre giorni, che somiglia molto all’influenza con qualche dolore in più in alcuni soggetti. E quindi come tale va trattata“. Ne consegue che vanno adottati i farmaci sintomatici. Massimo Andreoni, professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma spiega inoltre che “se il soggetto è fragile o anziano deve prendere entro cinque giorni gli antivirali, Paxlovid e Remdesivir, che funzionano anche contro Eris.