“Se il governo non troverà subito un rimedio, con l’approvazione del decretone che contiene quota 100 il Sistema sanitario nazionale corre il rischio della desertificazione, per carenza di medici specialisti. Per assicurare il servizio ai cittadini, alcune Regioni stanno già ricorrendo al richiamo dei medici pensionati”, è l’allarme lanciato dalla senatrice Paola Boldrini, capogruppo del Pd nella Commissione Sanità.
“Come hanno denunciato i sindacati dei medici, la soluzione non può essere solo l’eliminazione del tetto di spesa per l’assunzione di sanitari, che peraltro è stata solo promessa, ma non tradotta finora in un emendamento utile a raggiungere lo scopo. E’ necessario investire più risorse sulla formazione specialistica dei medici, e bisogna farlo subito, perché i concorsi stanno andando a vuoto”, ha precisato.
Nuove assunzioni di medici
“All’inizio il contratto di governo stipulato da Movimento 5 Stelle e Lega aveva incluso un dossier secondo il quale ‘i posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali’. Per ora non si vedono azioni in questa direzione e in particolare sulle nuove assunzioni, provvedimento che doveva essere incluso nel decreto semplificazioni ma che poi non ha visto la luce. Al contrario, anche quest’anno solo una quota dei medici abilitati riuscirà ad accedere alle scuole di specializzazione. Servono più soldi e serve la riorganizzazione del personale e un piano serio sulle scuole e le borse di specializzazione”, ha precisato la senatrice.
Medici pensionati in servizio
“I medici pensionati richiamati in servizio sono la dimostrazione palese di un sistema sanitario a un passo dal collasso”, ha dichiarato il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e dirigenti del Ssn, Andrea Filippi, aggiungendo che “tutti si sono accorti, dagli operatori alle Aziende sanitarie, alle Regioni, delle gravi carenze di medici nei servizi sanitari, tranne il governo”.
Il Veneto è la prima regione italiana che intende richiamare in servizio i medici pensionati. Una decisione che la Fp Cgil del Veneto reputa “grave e sbagliata”, rimarcando che “non si possono mettere i settantenni a garantire il nostro sistema sanitario in un settore che prevede il lavoro a turni e notturno”. Per il segretario generale Daniele Giordano, il presidente Zaia “dovrebbe ammettere il proprio fallimento, dichiarare che il nostro sistema sanitario non garantisce la qualità dell’assistenza, e che siamo a rischio di interruzione dei servizi. Non ammettere il fallimento del governo politico regionale vuole semplicemente dire che si nascondono i problemi con operazioni disperate”.