In vista della Legge di Bilancio 2020 ci si interroga su quali correttivi verranno apportati dal Governo in tema di pensioni. Quello che appare chiaro è che Quota 100 verrà mantenuta in vigore fino al termine della sua sperimentazione. “Si è deciso di fare l’apertura di un pensionamento anticipato rispetto a quello che già c’è, che non è poco, per tre anni”, ha osservato Elsa Fornero a DiMartedì.
Secondo l’economista i costi di Quota 100 saranno pagati dalle future generazioni ed, inoltre, se non vengono fatti bene i conti, si rischia di percepire pensioni dagli importi decisamente bassi. Chiusa la “finestra” di Quota 100, tutto tornerà come prima. Cristian Cuppi, lavoratore precoce iscritto al gruppo “Lavoro e pensioni: Problemi e soluzioni”, nel commentare le dichiarazioni della professoressa Fornero, ha raccontato la propria storia lavorativa ed illustrato la propria visione della riforma delle pensioni.
Pensioni e legge Fornero: il punto di vista di un lavoratore precoce
“Senza cattiveria alcuna. Su quota 100 sappiamo che avrà un costo, come tutte le misure che sono state adottate per sanare vulnus creati dalla legge stessa. Quindi diamo un “fifty/fifty” sull’aggravio dei costi previdenziali. Anche perché vorrei sapere, altresì, dei risparmi previdenziali da quando introdotta la legge Fornero. Tutto ha un costo, la politica a dirimere con le sue scelte, quali prioritarie ed opportune. I bilanciamenti delle spese, anche queste, scelte strategiche politiche importanti; se raggiungi obiettivi con risparmi di spesa e tagli degli sprechi anziché aumentare il livello del debito pubblico, buona cosa”, ha dichiarato Cuppi.
“Sulle scelte? Signora Fornero, chi le risponde ha iniziato a 16 anni la propria attività lavorativa. Oggi , dopo 41anni e mezzo di contribuzione, non ho, ripeto NON ho scelte. Dovrò uscire con quanto espresso dalla Sua Legge, con 43 anni ed un mese, per un piccolo significativo atto di clemenza sulle AdV bloccate per Legge fino al 2026. Mi auguro che la Sua Legge possa essere approfondita esaminata in un tavolo congiunto politico sindacale sociale, per una seria revisione e modifica della Legge che porta il Suo nome e che concordo con Lei, non è stata intaccata e purtroppo gode di buona salute ( la legge)”, ha proseguito.
“Andiamo avanti ma sono convinto che un cambiamento serio avverrà. Perché diversamente, la Legge così impostata andrà a garantire un futuro misero come pensione a persone sempre più anziane, fatto salvo chi potrà permettersi pensioni integrative oppure livelli stipendiali alti la cui legge può intaccare si la parte economica ma permetterebbe comunque il quieto vivere. Va rivista la Legge Fornero, va rivista per una sostenibilità di carattere sociale per chi andrà tra alcune decine di anni. Perché avremo persone che avranno lavorato una vita lavorativa con uno stipendio al limite della decenza. E che si troveranno ad avere una pensione da fame perché non avranno avuto la opportunità di versare volontariamente una previdenza integrativa.
La Sua Legge provocherà i “nuovi poveri” a cui lo Stato dovrà fare fronte. Queste proiezioni le vogliamo fare? Le vogliamo dire? Perché si parla di Pinco e di Pallo, ma la realtà delle cose la dobbiamo dire fino in fondo. Legge emergenziale? Eravamo sul baratro? Sostenibilità di tutto il mondo previdenziale? Bene. Diciamoci tutto. Fino in fondo. Fino alla fine della Legge che porta il Suo nome.
E quindi lo stato attuale delle cose, il medio periodo ma anche la fine della Sua Legge che vado a memoria è proiettata fino al 2041, credo; ma posso sbagliarmi su questo dato. Si faccia una escursione completa di questa Legge e si vadano a migliorare le criticità. Perché analizzandola per bene, ne crea e non poche. Che dire? Auguriamoci una presa di coscienza seria e complessiva di tutto il sistema. E perché no? La vetusta idea della separazione delle uscite previdenziali da quelle assistenziali. Questo il bandolo della grande matassa, da sbrogliare”, ha concluso il lavoratore precoce.
Esodati e legge Fornero
Gli esodati sono la categoria maggiormente colpita dalla legge Fornero. Superare la legge sulle pensioni del 2011, per gli esodati, significa ottenere la salvaguardia dei 6.000 rimasti esclusi dall’ultimo provvedimento. ”Non basta ricordare che il governo Monti fu responsabile di aver creato gli esodati (col consenso pressochè unanime delle camere e totale del PD, aggiungerei io). Occorre anche dire che, se ora giustamente ci si preoccupa di non crearne altri, a maggior ragione ci si deve preoccupare di sanare le ferite ancora aperte, senza rifugiarsi dietro a sterili affermazioni di mero principio o ad ondivaghe ricerche di ambigue “soluzioni”.
Non ci sono “soluzioni” da ricercare per gli esodati; c’è una salvaguardia da proporre e far approvare per sanare le discriminazioni introdotte dalla VIII salvaguardia“, ha dichiarato Luigi Metassi, amministratore del Comitato Esodati, Licenziati e Cessati.
“Sarebbe ora che si capisse che continuare a mettere insieme OD, Q100, APEs, e provvedimenti per altre sacche di disagio socio-economico, insieme agli esodati, implica automaticamente portare avanti il tristemente noto “minestrone”, ha precisato Elisabetta Rombolà, coordinatrice del Comitato Esodati Contributori volontari.
“E’ determinante sottolineare che quello che è valido e possibile per altre categorie, anche disagiate, non è valido per gli esodati. Qui si continua imperterriti a mischiare soluzioni previdenziali, vedi OD e Q100, misure previdenziali valide per persone a tutt’oggi al lavoro e che auspicano di poter andare in pensione prima “che morte non li separi” e misure assistenziali, vedi APEs, che è certamente valida per molti disoccupati, con le misure necessarie agli esodati, che non possono accedere a OD, non hanno né i contributi né la capienza economica necessaria per passare al contributivo puro, né a Q100 sempre per mancanza di contribuzione necessaria e lo stesso dicasi per APEs che è usufruibile da una fascia estremamente ristretta di esodati/i e, oltretutto, non è una soluzione, ma un provvedimento assistenziale di accompagnamento alla pensione Fornero”, ha precisato Rombolà.
“Gli esodati che sono una categoria a parte, vittima delle ingiustizie subite nell’ottava salvaguardia, doppiamente traditi dallo Stato, in primis nel rispetto del patto con il cittadino relativo al salario differito (pensione) e in secundis da tutte le successive leggi di salvaguardia! Perché se è vero che non doveva essere accettato dal parlamento un DL che prevedeva retroattività e mancava del requisito fondamentale della gradualità di applicazione e quindi non si sarebbe neanche dovuto generare “il caso esodati”, è anche vero che di salvaguardia bastava farne una sola. Invece, dopo ben 8 anni e 8 provvedimenti incompleti, siamo qui come se dovessimo elemosinare quello che nella realtà è un diritto, con tanti che chiacchierano e nessuno che fa. Perché se siamo ancora qui oggi, 24 settembre 2019, a parlare di esodati, è perché nessuno ha voluto fare nulla da 2017 fino ad ora”, ha osservato la coordinatrice del Comitato Esodati Contributori volontari.