Tra le novità sul capitolo pensioni la Legge di bilancio 2024 ha in programma per quel che attiene alle pensioni d’oro una riduzione dell’aliquota di rivalutazione dal 32 al 22%. Come sappiamo, la rivalutazione, che consente di adeguare le pensioni al costo della vita in base ai dati istat, e che permette di mantenere il potere di acquisto intatto, viene suddivisa in aliquote inversamente proporzionali al valore della pensione. Nel 2023 per chi percepiva assegni fino a 4 volte il minimo la rivalutazione raggiungeva il 100%, scendendo al 32% per trattamenti superiori a 10 volte il minimo.
Taglio delle rivalutazioni confermato al Senato.
Nella bozza della manovra al vaglio del Senato confermato il taglio della rivalutazione degli assegni dai 2.270 euro lordi mensili in su. L’aumento del 5,4% sarà riconosciuto solo ai pensionati che ricevono fino a quattro volte il minimo. Per gli importi superiori l’adeguamento si ridurrà. Gli aumenti si applicheranno ai valori definitivi del 2023: finora è stato utilizzato l’indice provvisorio del 7,3%, mentre a dicembre si applicherà l’8,1%, con riconoscimento degli arretrati per tutto l’anno in corso.
L’adeguamento delle pensioni più alte.
La novità riguarda solo i trattamenti superiori ai 5.680 euro lordi al mese che vedranno un’ulteriore compressione dal 32 al 22%. Di conseguenza con il nuovo schema nel 2024 le pensioni dovrebbero aumentare da un minimo dell’1,232% fino al 5,6% per gli assegni più bassi. Secondo la relazione tecnica alla manovra i pensionati che percepiscono trattamenti fino a quattro volte il minimo sono il 54,1%, mentre coloro che percepiscono tra quattro e cinque volte il minimo rappresentano il 15% del totale dei pensionati.
Le rivendicazioni dei medici.
Sul capitolo delle pensioni dei medici, il ministro del Lavoro Marina Calderone sta esaminando le varie opzioni “per andare incontro alle comprensibili rivendicazioni dei medici” in merito alle pensioni e definire “nei prossimi giorni” l’intervento più opportuno. Al vaglio la revisione delle aliquote solo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente e non anche per i trattamenti pensionistici di vecchiaia. I sindacati dei medici sono pronti allo sciopero del 5 dicembre se non ci saranno interventi, non solo sulle pensioni ma anche su nuove assunzioni e aumenti degli stipendi.
Le proteste dei sindacati.
Anche i sindacati sono pronti a scendere in campo per tutelare pensioni, ed il reddito dei lavoratori. Il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, dal suo canto, ha elencato i motivi che porteranno nelle prossime settimane in piazza il suo sindacato insieme alla Cgil: “Lavoro, fisco e previdenza. Noi riteniamo che la manovra non dia risposte alle nostre richieste”. Anche secondo il leader della Cgil Maurizio Landini salari e pensioni non sono al passo dell’inflazione: “Continuiamo ad avere un sistema in cui redditi uguali pagano tasse diverse. Se ho un reddito da lavoro o pensione arrivo a pagare anche il 30-40%; se ho un reddito immobiliare, di finanza o altra natura, la tassazione è inferiore”.