La prossima Legge di bilancio potrebbe essere all’insegna del 5-5-5. Il riferimento è alle risorse che verrebbero messe sul piatto, secondo Repubblica, per le principali misure del contratto di Governo. Dunque ci sarebbero 5 miliardi per il reddito di cittadinanza, altri 5 per la flat tax e altrettanti per la riforma delle pensioni.
Secondo il quotidiano romano, circa questo capitolo di intervento l’idea sarebbe quella di varare una Quota 100 con alcuni paletti, di cui il primo è l’età minima di 64 anni, oltre al tetto dei versamenti figurativi di 2 anni e al ricalcolo con il contributivo. Questo farà sì che la misura per cominciare a superare la Legge Fornero abbia un costo limitato a 4-5 miliardi di euro. Tuttavia riguarderà circa 220 mila lavoratori e non è nemmeno detto che tutti vogliano usare questa Quota 100.
Cesare Damiano si esprime a proposito della quota 100.
Secondo Cesare Damiano, Pd ed ex presidente della Commissione Lavoro al Senato, è molto positivo il fatto che il Ministro Tria «si voglia far carico del problema e voglia favorire ‘l’uscita dei lavoratori anziani che non hanno facilità di acquisire nuove competenze’. Le occasioni non mancano. Non solo, sullo specifico fronte delle pensioni, l’ex Ministro del Lavoro del Governo Prodi spezza una lancia sulla riforma della Quota 100, con i dovuti distinguo però.
Sulla Quota 100 non posso che essere d’accordo, essendo un’invenzione del Governo Prodi nel Protocollo del 2007, ma dipende da come si fa. Se l’età anagrafica parte da 64 anni, ai quali sommare 36 di contributi, e non si proroga l’Ape sociale che scade a fine anno, l’effetto sarà quello di un peggioramento della situazione, soprattutto a scapito di chi svolge i lavori manuali e delle donne.
In conclusione, Damiano ritiene che superare la legge Fornero può voler dire fare dei passi avanti, ma l’importante è non tornare indietro come propone confusamente il Governo.