La mozione della maggioranza sulla linea Torino-Lione è stata approvata alla Camera, giovedì 21 febbraio 2019, con 261 voti favorevoli e 136 contrari e due astenuti. Il governo Lega-M5S, con questa mozione si è impegnato a “ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.
Ecco cosa prevede la mozione approvata dalla Camera
Con questa mozione “la Camera impegna il governo a ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia“. Poi viene ricordato che il ministero delle infrastrutture e dei trasporti “ha dato mandato alla ricostituita struttura tecnica di missione di predisporre una nuova valutazione dell’adeguamento dell’asse ferroviario Torino-Lione mediante l’uso dell’analisi costi/benefici per consentire un’allocazione delle risorse più efficiente per supportare il procedimento decisionale, con cognizione di causa, in modo da definire se attuare o meno una proposta di investimento o se optare per eventuali alternative“.
E ancora si legge: “Al contempo il ministro delle infrastrutture e l’omologa francese Elisabeth Borne hanno firmato una lettera indirizzata al soggetto attuatore Telt per posticipare i bandi di gara relativi al tunnel di base”. Questo iter, spiega il testo, ha l’obiettivo di avere “un rapporto di collaborazione e condivisione con la Francia e, contestualmente, con la Commissione europea”.
La protesta delle opposizioni in aula durante le votazioni!
Sono state bocciate, invece, le mozioni Fi, Pd e Fdi che sollecitavano lo sblocco dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base della Torino-Lione. Nel corso delle votazioni ci sono state contestazioni da parte del Pd, che dopo il voto sulla loro mozione, hanno protestato mostrando dei cartelli con su scritto “Salva Salvini, Boccia la Tav”. Secondo i depudati del Pd, la Lega avrebbe barattato lo “stop” alla Tav con il no del M5S al processo per Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha richiamato i deputati del Pd e ha chiesto ai commessi di ritirare i cartelli esposti.