È atteso per oggi, sul tardo pomeriggio nell’aula di Strasburgo, il voto del neoeletto Parlamento europeo, che dovrebbe confermare l’elezione a presidente della Commissione europea di Ursula von der Leyen (subito ribattezzata UVDL, per sintetizzare ironicamente la lungaggine del suo aristocratico cognome). La candidata, designata al ruolo dopo lunghe e faticose trattative tra i partiti di maggioranza, dovrà raccogliere almeno 374 preferenze tra i 747 deputati che compongono l’assemblea per ambire a prendere il posto di Jean-Claude Junker.
Il discorso all’aula.
Determinante per orientare il voto dei molti parlamentari indecisi risulta pertanto il discorso pronunciato in aula dalla von der Leyden, che deve rassicurare tutti gli azionisti di maggioranza sulla efficacia del proprio progetto per l’Europa degli anni a venire. E l’esercizio, per quanto arduo, pare essere riuscito: la politica tedesca, membro eminente della CDU (il partito guidato da Angela Merkel) ha saputo conciliare le diverse anime della maggioranza che la sostiene, pronunciando alcuni principi – dallo stato sociale allo stato di diritto, dalla tutela dell’ambiente all’obbligo di soccorso in mare in nome del diritto alla vita – che soddisfano anche le componenti di sinistra, in primis Socialdemocratici e Verdi, quelle più scettiche sulla tenuta della coalizione. Più scontato appare invece l’appoggio dell’ala conservatrice, costituita dal PPE e dai liberali. Se fino alla settimana scorsa la nomina sembrava essere quanto meno incerta, dopo gli ultimi sviluppi gli analisti politici danno per scontato il superamento della soglia, con un margine di voti favorevoli intorno alle 400 preferenze.