Sono passati diversi giorni caratterizzati da ostacoli di vario genere, polemiche, iniziative di piazza, ma alla fine la riforma del Codice della Strada è stata approvata a Montecitorio. I voti favorevoli sono stati 163, 107 quelli contrari. Ma questo è solamente il primo step. Il disegno di legge composto da trentasei articoli che delega il governo alla revisione del Codice – che era rimasto fermo al 1992 – deve ora transitare all’esame del Senato per il definitivo via libera di Palazzo Madama.
Per le opposizioni è un passo indietro!
Tuttavia le cose non fileranno così lisce: in effetti si annuncia una dura battaglia, sia dentro le strutture parlamentari, che – anche e soprattutto – fuori dal Parlamento. Questo perché il diniego compatto arrivato a Montecitorio dalle opposizioni si uniscea al «no» di queste ultime settimane gridato da associazioni, sindaci e parenti di vittime della strada secondo i quali la riforma è «un passo indietro» che «renderà le nostre strade ancora più pericolose» dal momento che «non è stato fatto nulla per ridurre la velocità».
Il mail bombing delle associazioni!
E ancora: «La nostra mobilitazione non si fermerà», scrivono la Fevr—Federazione Europa delle Vittime di Violenza Stradale, la AIFVS—Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada A.P.S., la piattaforma #CITTÃ30SUBITO. Ed ancora si uniscono Legambiente, la Fiab—Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi. Intanto ieri è ricominciato il mail bombing ai parlamentari, con migliaia di mail anche a senatori e senatrici: «Siete ancora in tempo per salvarmi la vita».