Papa Francesco tocca il cuore dei fedeli con il messaggio nell’Angelus di oggi

Parole toccanti e cariche di speranza quelle pronunciate dal Pontefice nell'angelus di oggi. Ci dipinge il ritratto di un Dio vicino e compassionevole!

Papa Francesco

Papa Francesco, nell’omelia odierna, in cui ha spiegato il bellissimo vangelo di oggi, è arrivato come sempre dritto al cuore dei fedeli. Le parole del Pontefice rendono il messaggio di Dio attuale, semplice, facile da capire. Oggi ha parlato del vero volto di Gesù, che non è distaccato e lontano da noi, ma è vicino, misericordioso e compassionevole. Quella della suocera di Pietro è la prima guarigione di ordine fisico raccontata da Marco. Gesù si avvicinò, la fece alzare prendendola per mano, con grande amore e dolcezza.

L’infinita tenerezza e compassione di Dio!

Il potere risanante di Gesù non incontra alcuna resistenza. La persona guarita riprende la sua vita normale, pensando subito agli altri e non a sé stessa. L’unico modo lecito di guardare una persona è quella di tenderle la mano per aiutarla a sollevarsi. L’unica. E questa è la missione che Gesù ha affidato alla Chiesa. Dio esprime la sua Signoria nella vicinanza, nella tenerezza e nella compassione. Il Vangelo di oggi ci ricorda anche che questa compassione affonda le radici nell’intima relazione con il Padre, da cui traeva la forza per compiere il suo ministero, predicando e operando guarigioni

La continua vicinanza di Dio a tutti noi.

Gesù, dopo questa guarigione, si reca verso la porta della città dove incontra tanti ammalati e indemoniati e li sana. Dio non è un padrone distaccato, che ci parla dall’alto. Al contrario, è un padre pieno d’amore che si fa vicino, che visita le nostre case, che vuole liberare e guarire da ogni male del corpo e dello spirito. L’atteggiamento di Dio si può sintetizzare in tre parole, vicinanza, compassione e tenerezza. Abbandoniamo l’idea del Dio che pensiamo di conoscere ed abbracciamo l’idea del Dio, che il Vangelo di oggi ci mostra, che è il padre dell’amore e della compassione, il padre vicino, compassionevole e tenero. Il Vangelo, invece, ci fa vedere che Gesù, dopo aver insegnato nella sinagoga, esce fuori, perché la Parola che ha predicato possa raggiungere, toccare e guarire le persone.

Andare incontro agli altri uscendo dal nostro individualismo.

Dio è un padre pieno d’amore che si fa vicino, che visita le nostre case, che vuole salvare e liberare, guarire da ogni male del corpo e dello spirito. Se la Parola di Dio ci spinge a fare come Gesù, ad andare incontro agli altri, la nostra fede matura, non restiamo più “cristiani da sacrestia”, o “da salotto”, ma ci sentiamo chiamati a diventare portatori della speranza e della guarigione di Dio. La compassione di Gesù, la vicinanza di Dio in Gesù è lo stile di Dio. Il desiderio di Gesù non è semplicemente farci grazia ma costruire con noi un rapporto personale. Questa misteriosa e concreta compagnia di Gesù è la base di ogni vero capovolgimento della situazione. Dio ci spinge ad uscire dal nostro egoismo e di renderci disponibili verso gli altri, di sviluppare il ostro spirito altruistico e di solidarietà e vicinanza agli altri.

Dio ci risolleva in tutti i momenti di difficoltà.

Il Papa in tante omelie ci spinge a cercare il rapporto con Dio, che ci tende sempre la mano nelle nostre difficoltà quotidiane. Quando portiamo avanti i sogni, i progetti, le attese e le speranze, spesso ci scontriamo con le nostre fragilità e debolezze, sperimentiamo sconfitte e delusioni, e a volte restiamo prigionieri del senso di fallimento che ci paralizza. Ma proprio in quei momenti Dio “ci viene incontro e cammina con noi, riapre i nostri occhi e fa ardere di nuovo il nostro cuore. Succede che il fallimento lascia spazio all’incontro con il Signore, la vita rinasce alla speranza e possiamo riconciliarci: con noi stessi, con i fratelli, con Dio.

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